NGF (Nerve Growth Factor)
NGF o fattore di crescita nervoso è una piccola proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso dei vertebrati
L’NGF è sicuramente delle più grandi scoperte mediche del XX secolo; ma le sue applicazioni non sono al momento utilizzabili estesamente nella pratica clinica.
Specialmente dopo la creazione nel 2012 di una NGFumana e ricombinante che è molto meglio tollerata ed assorbibile dall’organismo umano.
Malattie come la retinite pigmentosa, la sindrome di Alzheimer, la SLA, e molte malattie demielinizzanti troverebbero un probabile miglioramento dall’utilizzazione per vie idonee di somministrazione.
Considerazioni personali
Pensiamo alla retinite pigmentosa, regolata da una cinquantina di geni. Pensare di modificare con l’ingegneria genetica tutti i geni coinvolti richiederebbe un tempo così lungo che probabilmente neanche i nostri figli, se non in tarda età, potrebbero usufruire della terapia.
Rimane un fatto oscuro di come, in via sperimentale, un’ industria farmaceutica abbia creato un collirio con la proteina NGF.
Secondo la mia esperienza, sarebbe stato più opportuno sperimentare una via intravitreale.
Con estrema probabilità questo avrebbe, a mio avviso, agito più efficacemente sui neuroni affetti da patologia, sia nella retinite pigmentosa che nelle otticopatie.
L’uso per collirio potrà essere efficace nelle cheratiti neurotrofiche; ma dubito fortemente possa essere assorbita in quantità adeguta per ad agire su neuroni affetti come nel caso della retinite pigmentosa e delle neuropatie ottiche in generale.
Lo stesso NGF dovrebbe essere utilizzato in tutte le malattie degenerative del sistema nervoso centrale.
La proteina potrebbe essere veicolata da un virus innocuo iniettato nel cervello; questo allo scopo di stimolare la formazione di neuroni sani nelle aree lesionate, o, al limite per via endoliquorale.
Ciò potrebbe giustificarne l’uso in patologie come la sclerosi laterale amiotrofica, le forme demielinizzanti o per il recupero delle lesioni spinali.
Il problema che mi pongo è del tempo che avremo perduto nel cercare sperimentazioni lunghe ed affidate a pochi centri.
Le stesse considerazioni valgono, secondo il mio parere medico, per l’uso di cellule staminali del cordone ombelicale.