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Esoftalmo tiroideo

1 Agosto 2017 by carmineciccarini

L’esoftalmo tiroideo si definisce anche oftalmopatia di Graves

L’esoftalmo è causato dal morbo di Graves-Basedow, malattia autoimmune con formazione di anticorpi che colpiscono il recettore dell’ormone TSH (tireo stimolante).

Le persone affette da questa patologia a seconda delle casistiche, variabili dal 30 fino al 70%, mostrano esoftalmo (occhi sporgenti) che possono essere bilatetali ma anche monolaterali.

Si noti l’esoftalmo (occhio sporgente accompagnato a retrazione del muscolo elevatore della palpebra superiore

Di solito l’esoftalmo si presenta nella fase di regressione dell’ipertiroidismo. Questa condizione comporta disturbi per la difficoltà a chiudere gli occhi; specie di notte, esponendo la cornea a una cheratite da secchezza oculare. L’eccesso di grasso retro-orbitale può anche causare una compressione del nervo ottico; fino a casi estremamente gravi che possono condurre all’atrofia ottica.

L’immagine di profilo mostra in maniera netta la protusione del bulbo oculare

Terapia

Solitamente per la cura dell’esoftalmo si usano cortisonici per via generale; ma è possibile, per evitare gli effetti collaterali sistemici, usarli per via retro-orbitaria o peri-bulbare.

Se si propende per questa soluzione, il paziente deve essere avvertito che per alcuni giorni l’occhio può essere più sporgente, prima che si abbia un miglioramento; per mia esperienza questo può essere importante con riduzione anche fino a 2/3 mm dell’esoftalmo valutato con il metodo della esoftalmometria.

Attualmente in Inghilterra pare riscuotere successo l’uso di TEPROTUMUMAB, anticorpo monoclonale usato anche nei tumori mammari, nel linfoma di Hodgkin, e nei sarcomi.

Dalle ultime ricerche dopo 6 settimane di trattamento con questo farmaco per via endovenosa; il 40/50% dei pazienti ha mostrato una forte riduzione dell’esoftalmo.

Le due immagini riferite alla stessa persona mostrano (nella foto inferiore) il netto miglioramento della patologia dopo il trattamento

Nei casi più gravi bisogna però ricorrere alla chirurgia orbitaria per rimuovere il grasso retro-orbitario, anche se questa terapia chirurgica ha rischio di complicanze piuttosto gravi.



Dr. Carmine Ciccarini

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